DIGIUNO INTERMITTENTE
Il digiuno intermittente o altrimenti detto IF (intermitting fasting) è un regime che prevede dei periodi di digiuno di 16-22 ore durante la giornata. Nei protocolli più estremi si prevede anche di digiunare un giorno si e uno no.
Il digiuno intermittente è sempre sicuro o espone a rischi per la salute?
Ha grandi vantaggi come una maggiore perdita di grasso e una maggiore autofagia o a parità di calorie i benefici sono uguali a quelli di una dieta tradizionale?
Parleremo di tutto questo nell’articolo ed elencheremo per prima cosa i 5 rischi principali del digiuno intermittente.
Se non vuoi leggere è presente una versione video alla fine.
Dr. Matteo Scaringelli
Nutrizionista Sportivo
Preparatore NSCA – CSCS
I PERICOLI DEL DIGIUNO INTERMITTENTE
Ti sei mai chiesto se il digiuno intermittente può portare a delle problematiche o se ci sono alcuni aspetti a cui fare attenzione? In questo articolo andiamo a vedere 5 rischi associati al digiuno intermittente.
EFFETTI SULLO STOMACO
Il primo riguarda la comparsa o l’aggravamento di gastrite e reflusso; infatti, lunghi periodi di digiuno determinano maggiori problemi di gestione dell’acidità gastrica in chi è predisposto a problemi di gastrite. E’ noto che la gastrite peggiori in completo digiuno.
Per quanto riguarda invece il reflusso, i protocolli che prevedono un singolo pasto giornaliero, portano a una maggiore dilatazione dello stomaco e a un importante processo digestivo, che può peggiorare queste condizioni. Soprattutto se il monopasto è abbondante e serale, prima di coricarsi, il reflusso può aggravarsi di molto.
EFFETTI SUL SISTEMA MUSCOLARE
La perdita di massa muscolare e forza è una condizione spesso associata a protocolli di digiuno caratterizzati da un singolo pasto giornaliero.
In letteratura scientifica troviamo alcuni studi che ci dicono che è possibile mantenere la massa muscolare praticando il digiuno, tuttavia, non sono pochi i casi di soggetti in cui, al contrario, si osserva sul campo nella pratica un calo di quest’ultima e della forza. Inoltre, è stato dimostrato che svolgere l’allenamento durante la fase di digiuno, porta a un importante svantaggio in termini di prestazione.
Quindi tendenzialmente se si fa fatica a mettere massa muscolare, probabilmente il digiuno intermittente non è un buon regime da attuare.
CARENZE NUTRIZIONALI
Se strutturato in modo corretto da professionisti specializzati, il digiuno intermittente non dovrebbe portare a carenze nutrizionali, ma se si attua un fai da te spesso si può incorrere in queste problematiche.
Purtroppo, sono già presenti nella popolazione diverse sub-carenze di micronutrienti ed eseguire un regime alimentare che limita l’assunzione di alimenti per lunghi periodi di tempo e che spesso porta all’esclusione di alcuni cibi o alla mancata varietà, può aggravare questa situazione.
CARENZE ELETTROLITICHE
Nel digiuno intermittente come nella dieta chetogenica, abbiamo lunghi periodi di bassi livelli di insulina che determinano una riduzione del riassorbimento renale degli elettroliti. È quindi fondamentale quando si pratica un digiuno intermittente, fare attenzione al consumo di sodio (tramite il sale), magnesio, potassio e altri micronutrienti perché spesso si verificano alterazioni elettrolitiche. In alcuni casi, soprattutto quando insorgono crampi o extrasistoli, può essere necessario ricorrere a delle integrazioni specifiche. Ancora una volta risulta importante la figura di un professionista esperto in grado di saper strutturare dei protocolli di integrazione corretti.
DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE
Infine, l’ultimo rischio associato al digiuno intermittente riguarda i disturbi del comportamento alimentare. I soggetti affetti da questi disturbi sviluppano una forte ossessione verso il cibo e spesso seguire questa tipologia di regime alimentare può slatentizzare o aggravare la patologia.
Attuare il digiuno intermittente spesso illude di una maggiore serenità mentale rispetto al cibo perché ci si ritrova a non dover calcolare e organizzare in modo ossessivo tutti i pasti della giornata. Tuttavia, questo approccio potrebbe peggiorare il disturbo e portare alla comparsa di pratiche compensative, binge eating e abbuffate dopo i lunghi periodi di digiuno. Inoltre non mangiare per tante ore può peggiorare i pensieri ossessivi rivolti verso al pasto.
CONCLUSIONI
Ma quindi perché fare un digiuno intermittente piuttosto che una dieta tradizionale?
I primi studi condotti sul digiuno intermittente mostravano diversi benefici, tra cui una maggiore perdita di grasso a parità di calorie e un grande mantenimento del muscolo, però tutti questi meccanismi sono stati smentiti dagli studi più recenti.
Un effetto positivo dato dal digiuno, che riscontrano molti soggetti, è una maggiore lucidità mentale. Ma alla luce delle ultime evidenze non è chiaro perché scegliere questo metodo rispetto a un’alimentazione tradizionale, visti anche i rischi e le problematiche ad esso associate.
Possiamo concludere che il digiuno intermittente non risulta un regime efficiente per la maggior parte delle persone ma che se si decide di voler attuare questo metodo è fondamentale essere seguiti da professionisti specializzati nel settore ed evitare il fai da te.